La nascita ed i primi anni Il 15 marzo 1908 viene fondato lo Sporting Club Lecce, che inizialmente comprende sezioni di calcio, atletica leggera e ciclismo. Il primo presidente è Francesco Marangi. Le prime maglie sono bianconere. Nei primi anni di vita la squadra svolge attività di carattere prevalentemente regionale. Nel 1923/24 l’attività viene sospesa una prima volta. Il 16 settembre 1927 nasce l’Unione Sportiva Lecce dalla fusione della Juventus e del Gladiator e le maglie sono ancora bianconere. Il primo presidente è Luigi Lopez y Rojo. Al termine di quella stagione, 1927/28, il Lecce viene ammesso nuovamente al campionato di Prima Divisione per la ristrutturazione dei tornei e la maglia assume gli odierni colori giallo-rossi. E’ un avvio positivo: i pugliesi l’anno successivo ottengono addirittura la promozione in serie B, vincendo lo spareggio contro il Taranto: nella prima gara, giocata a Napoli il 28 luglio 1928 fu 2-2 dopo tempi supplementari, mentre nella ripetizione, giocata a Bari il 4 agosto 1928, i salentini si imposero per 3-1 con rete di Tana su rigore e doppietta di Lanza.
Inizia il girone unico: il Lecce in Serie B Il 1929/30 è l’anno che sancisce la riorganizzazione dei campionati di Serie A e B, trasformandoli a girone unico, ed il Lecce partecipa per la prima volta nella sua storia al torneo Cadetto. La prima partita in Serie B è incoraggiante: il 6 ottobre 1929 il Lecce vince a Novara per 2-1. Il primo anno di serie B è abbastanza positivo, con il raggiungimento del tredicesimo posto in classifica e di una tranquilla salvezza. Seguono altri due campionati di serie B, che il Lecce conclude rispettivamente al quattordicesimo e al diciassettesimo posto, prima della sospensione dell’attività, per la seconda volta, avvenuta dopo la conclusione della stagione 1931/32. In questi anni alcune squadre locali prendono parte a campionati minori.
La ripresa dell’attività e il periodo pre-bellico L’attività agonistica rimane sospesa per quattro anni fino alla stagione 1936/37, quando l’U.S. Lecce riparte dal campionato di serie C, ottenendo l’undicesimo posto finale. I due anni seguenti sono da dimenticare: nel primo si ritira dopo quattro giornate del campionato di serie C, mentre nel secondo ottiene il terzo posto, ma viene retrocesso al dodicesimo ed ultimo posto per violazione del regolamento federale. Negli anni seguenti sfiora più volte il ritorno in serie B - secondo nel 1940/41, terzo nel girone finale del 1942/43 -, per poi ottenerlo al termine del campionato 1945/46.
Ancora tre campionati di B Il ritorno nella serie Cadetta è positivo ed al termine della stagione 1946/47 il Lecce si classifica addirittura al quarto posto trascinato dai gol di Pavesi, capo-cannoniere stagionale con 27 reti e vincitore della classifica marcatori del girone meridionale, in quella stagione. L’anno dopo ottiene il terzo posto finale e conseguente ammissione al torneo di serie B dell’anno successivo, che torna a girone unico: anche in questo caso è un attaccante a mettersi in luce, Silvestri, autore di 20 gol. Il campionato 1948/49 vede il Lecce classificarsi ventesimo, con la conseguente retrocessione in serie C. Inizia il periodo più buio nella storia della società salentina che la porta, dopo alcune stagioni concluse con risultati altalenanti, addirittura fino alla retrocessione in serie D, al termine del campionato 1954/55. Tra le poche note liete di quest’epoca troviamo gli exploit di Anselmo Bislenghi, che con 83 reti segnate è il bomber di sempre nella storia del Lecce.
1957/58: il ritorno in serie C; gli anni ’60 sempre in terza divisione Il 1957/58 è l’anno della rinascita. Il Lecce ottiene il sesto posto nel girone C della prima serie Interregionale, categoria in cui vi era finito l’anno prima dopo aver perso dal Marsala lo spareggio, e viene così riammesso in serie C. Per i salentini inizia un ciclo che li vede protagonisti in serie C, spesso anche con risultati esaltanti. L’inizio è subito incoraggiante ed il primo anno, 1958/59, si chiude con il sesto posto. Nel 1961/62 sfiora per una prima volta il ritorno in Serie B, finendo secondo e perdendo la promozione negli ultimi 180 minuti a beneficio del Foggia. Il resto del decennio trascorre senza grandi sussulti senza mai rischiare né la retrocessione né la promozione. Alla fine degli anni ‘60 vengono però gettate le basi per la squadra che all’inizio del decennio successivo lotterà sistematicamente per le prime posizioni.
I primi anni ’70: 19 vittorie su 19 in casa nel 1972/73 ed il record di Tarabocchia Il nuovo decennio, stagione 1970/71, inizia subito con il quarto posto. Ma i risultati migliori devono ancora arrivare. Il 1971/72 vede il Lecce classificarsi al secondo posto, sfiorando così il ritorno in serie B. È una sorta di maledizione con i giallorossi che otterranno lo stesso risultato per tre anni consecutivi. Ma nonostante tutto la stagione 1972/73 passerà comunque alla storia. Il Lecce chiude il campionato di Serie C vincendo tutte e diciannove le gare interne, ma non solo, sempre in questo anno il Lecce trova un nuovo bomber: Giovanni Carlo Ferrari, autore di 26 centri in 36 presenze. Tutto però è inutile, con l’Avellino che vince il campionato con tre punti di vantaggio e sale tra i cadetti. Nel 1973/74 il Lecce perde la promozione a favore del Pescara, causa una clamorosa gaffe che vede i giallorossi non giocare la partita di Marsala (non c’era l’arbitro designato, ma ne era comunque stato chiamato un altro), che gli viene quindi data persa a tavolino, con l’aggiunta di un punto di penalizzazione. Nella stessa stagione i salentini perdono a Lucca la finale di coppa Italia di serie C: 0-1 contro il Monza. Nel 1974/75 un altro primato: la porta difesa da Emmerich Tarabocchia rimane inviolata per 1791 minuti. È ancora oggi il record italiano, considerate le prime tre categorie del campionato.
La storia del vivaio giallorosso parte da lontano, sotto la guida di Attilio Adamo, con la scoperta di calciatori del calibro di Franco Causio, laureatosi Campione del Mondo nel 1982, Sergio Brio, Aldo Sensibile e Giuseppe Greco.
Con Carmelo Russo a capo del settore sono cresciuti Primo Maragliulo, Roberto Rizzo, Francesco Mileti, Pasquale Bruno, Domenico Progna, Alessandro Morello, e i classe 1969 Antonio Conte, Luigi Garzya, Francesco Moriero, Gianluca Petrachi e successivamente Walter Monaco.
Mentre il 1972/73 è passato alla storia come l’anno dei record, il 1975/76 è sicuramente ricordato come l’anno dei trionfi. In quest’anno infatti il Lecce vince il campionato di Serie C, con la conseguente promozione in Serie B, chiudendo l’anno senza subire sconfitte in casa: l’aritmetica arriva il 13 giugno 1976 a Messina, pareggio per 1-1 alla penultima giornata, con il Benevento, primo inseguitore sconfitto 0-2 a Cosenza. Ma è solo uno dei trionfi ottenuti. A Lecce arriva infatti anche la coppa Italia di Serie C: in finale, il 29 giugno 1976, i giallorossi superano – in casa - 1-0 il Monza, con rete di Loddi. I giallorossi sono la prima squadra a conquistare nel medesimo anno promozione in serie B e vittoria della coppa Italia di serie C-Lega Pro. E le vittorie ricominciano la stagione successiva: il 13 ottobre 1976 i giallorossi si aggiudicano anche la Coppa Italo-Inglese Semiprofessionisti, battendo 4-0 lo Scarborough, dopo aver perso 0-1 la gara di andata Oltremanica il 29 settembre 1976. I primi campionati di serie B trascorrono nella più totale tranquillità, con piazzamenti di medio-alta classifica. Nel frattempo la società è nuovamente passata di mano, con l’arrivo di Franco Jurlano alla presidenza. Nel marzo 1980 il Lecce ed un suo tesserato, Claudio Merlo, sono coinvolti nel grande scandalo del toto-scommesse. Se però per il calciatore arriva la squalifica, la società riesce a provare la sua estraneità ai fatti. Dopo una leggera flessione a cavallo tra gli anni ‘70 e ’80, che ha visto il Lecce occupare sempre posizioni ai margini della zona retrocessione, il 1983/84, con il quarto posto finale, rappresenta il trampolino di lancio per l’anno successivo, che entrerà per sempre nella storia del calcio salentino. Sempre in questo periodo l’ambiente del Lecce è funestato da una duplice incredibile tragedia: il 2 dicembre 1983 in un incidente stradale alle porte di Bari perdono la vita Michele Lorusso e Ciro Pezzella: i due stavano andando alla stazione ferroviaria di Bari, dove avrebbero proseguito per Varese, dove il Lecce giocava la domenica seguente, essendo entrambi impauriti dal viaggio aereo. Lorusso, con 418 presenze, è ancora oggi il fedelissimo del club giallorosso.
Il 1984/85 vede il Lecce raggiungere la Serie A per la prima volta nella sua storia. I salentini chiudono il campionato cadetto al primo posto appaiati a 50 punti con il Pisa. La partita decisiva si giocò a Monza il 16 giugno 1985 ed i giallorossi, allora allenati da Eugenio Fascetti, pareggiarono 1-1. In quella squadra giocavano, fra gli altri, i fratelli Di Chiara (Stefano e Alberto - autore del gol promozione -), Miceli, Vanoli e Paciocco. Anche in questo caso il Lecce chiude la propria stagione senza subire sconfitte in casa. Viene edificato a tempo di record il nuovo stadio, denominato “Via del Mare”, inaugurato con la gara Lecce-Torino 0-0 del 22 settembre 1985. Tre giorni dopo Lecce ospita per la prima volta una gara della nazionale italiana maggiore: Italia-Norvegia 1-2. Ma il grande sogno dura un solo anno. Il gap con le formazioni di massima serie è troppo evidente ed il Lecce, al termine della sua prima stagione in serie A, torna così in serie B, chiudendo la stagione 1985/86 all’ultimo posto con appena 16 punti ed una retrocessione aritmetica che giunge addirittura quando ancora mancano 4 turni da giocare: alla quint’ultima giornata, il 23 marzo 1986, infatti, i giallorossi cadono 0-2 ad Avellino e scendono a -9 punti dal Pisa, quart’ultimo, con la vittoria che ancora assegnava due punti. Tutto questo nonostante gli acquisti del presidente Jurlano e del direttore sportivo Cataldo, tra cui i nazionali argentini Barbas e Pasculli, oltre all’ex nazionale azzurro Franco Causio. Di quella infelice stagione resta però memorabile la vittoria ottenuta alla penultima giornata in casa della Roma all’Olimpico, un 3-2 che fece perdere lo scudetto ai giallorossi della capitale, che la settimana precedente avevano agganciato in testa alla classifica la Juventus, dopo una lunga ed appassionante rimonta.
Il Lecce fa così il suo ritorno in Serie B, ma senza perdersi d’animo. Nel 1986/87 infatti sfiora il ritorno immediato in Serie A, ma non centra l’obiettivo solo per poco. La squadra, guidata inizialmente da Pietro Santin, sostituito a stagione in corso da Carlo Mazzone, chiude il campionato al terzo posto insieme a Cesena e Cremonese. Si gioca un girone a tre di spareggi, che però non è sufficiente a decretare la promossa in Serie A. Al termine del mini-torneo Lecce e Cesena sono ancora appaiati e bisogna così ricorrere ad un ennesimo spareggio, che a San Benedetto del Tronto, in data 8 luglio, vede il Cesena trionfare con il risultato di 2-1. La festa è rimandata di soli dodici mesi, con il ritorno nella massima serie al termine della stagione 1987/88: l’aritmetica certezza arriva il 5 giugno 1988, terzultima giornata, con la vittoria casalinga sul Catanzaro: 2-0 firmato dalle reti di Pasculli e Vincenzi. Il Lecce resta per tre anni in serie A, con un nono posto nel 1988/89 – ancor oggi miglior piazzamento giallorosso in massima divisione -, e poi è di nuovo retrocessione, al termine della stagione 1990/91, sancita aritmeticamente alla penultima giornata, il 19 maggio 1991, a Marassi quando i salentini perdono 0-3 dalla Sampdoria che nello stesso giorno si laurea per la prima – e finora unica volta – campione d’Italia. Sono anni che vedono i salentini tra serie A e serie B. Così dopo altri due anni passati in Serie B, nel 1992/93 arriva la nuova promozione in Serie A, un po’ a sorpresa: allenatore di quell’anno è Bruno Bolchi: bisogna attendere l’ultima giornata per avere la certezza matematica: a “Via del Mare” il 13 giugno 1993 i salentini sconfiggono 2-1 la Lucchese e festeggiano il rientro nel calcio che conta.
Il Lecce chiude la stagione 1994/95 addirittura all’ultimo posto della Serie B, cosicché dopo diciannove anni scende nuovamente in Serie C. Unica nota lieta il cambio di proprietà, con l’arrivo ai vertici societari del gruppo Semeraro e la presidenza affidata a Mario Moroni. L’anno seguente, classificandosi al primo posto nel campionato di serie C-1, il Lecce torna immediatamente tra i cadetti. Ma le sorprese continuano ed il Lecce fa addirittura il doppio salto, tornando in Serie A dopo un solo anno di cadetteria, al termine della stagione 1996/97, ottenendo l’aritmetica certezza della promozione all’ultima giornata, 15 giugno 1997, grazie al successo per 3-0 sul campo di Cesena, vendicando la promozione persa proprio contro i romagnoli dieci anni prima. Allenatore del miracolo dell’ascesa dalla C-1 alla A è Giampiero Ventura. Ma è una continua altalena. Il Lecce non riesce infatti a trovare stabilità di risultati e, al termine del campionato 1997/98, è ancora retrocessione in Serie B, dopo un anno travagliato che ha visto cambiare allenatore tre volte: prima Cesare Prandelli (poi C.T. della nazionale azzurra), poi Angelo Pereni, infine Nedo Sonetti si alternano sulla panchina giallorossa. La certezza aritmetica del ritorno in B è datata 26 aprile 1998, quartultima di campionato, con un sonoro k.o. per 1-5 ad Empoli. Nel campionato 1998/99 il ritorno immediato in serie A conquistato all’ultima giornata, a Verona contro il Chievo, vincendo 2-1 e grazie ad uno straordinario girone di ritorno. Il Lecce, dopo 7 stagioni consecutive di saliscendi, trova stabilità disputando tre stagioni consecutive in serie A, un record che eguaglia quello già ottenuto alla fine degli anni ‘80: nel 1999/00 il Lecce si salva alla penultima giornata, battendo 2-1 il Torino e condannando i granata alla retrocessione tra i cadetti, propiziando la vittoria della Panchina d’Oro al suo allenatore, Alberto Cavasin; nel 2000/01 il Lecce è costretto a soffrire fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata e si salva per miglior classifica avulsa nei confronti di Verona e Reggina, battendo all’ultima partita la Lazio per 2-1, un vero miracolo, considerando ben 16 rigori subiti in 34 giornate, ancor oggi record storico nella Serie A su girone unico a 18 squadre. L’exploit, invece, non riesce nel 2001/02: esonerato Cavasin all’inizio del girone di ritorno, la cura Delio Rossi non riesce ad essere così efficace da evitare il ritorno tra i cadetti: la retrocessione aritmetica viene certificata il 21 aprile 2002, terzultima di campionato, dopo un 1-1 a Torino contro i granata.
Dopo un solo anno di purgatorio, il Lecce di Delio Rossi riconquista sul campo la promozione in serie A al termine del campionato cadetto 2002/03. A decidere l’esito positivo del campionato giallorosso è il match-spareggio dell’ultima giornata, datato 7 giugno 2003: il Lecce sconfigge al “Via del Mare” il Palermo di Zamparini per 3-0 e precede i siciliani evitando così un sorpasso in extremis che avrebbe avuto il sapore della beffa. La serie A 2003/04, con la squadra affidata sempre a Delio Rossi, vede i pugliesi chiudere il campionato al decimo posto, raggiungendo quindi una comoda salvezza, grazie comunque ad uno straordinario girone di ritorno che ha visto i giallorossi totalizzare 29 punti e rimontare dal terzultimo posto di fine girone d’andata. Di questa stagione è il record di Javier Ernesto Chevanton: autore di 19 reti in quel campionato, non solo si è laureato primo massimo marcatore stagionale del Lecce targato serie A, ma è divenuto anche il cannoniere storico all-time, con 30 reti il 16 maggio 2004, con la rete firmata in Lecce-Reggina 2-1, superando il vecchio primato di Pasculli, record poi “ritoccato” al suo ritorno nel 2010/11 in Salento e portato, definitivamente, a 32 centri.
Il 2004/05 vede il ritorno in serie A di Zdenek Zeman. La famiglia Semeraro gli affida la guida della propria squadra chiedendo, come sempre, la salvezza. Dopo un avvio di stagione in cui i giallorossi inanellano una serie di risultati molto positivi, il Lecce si spegne un po’ e chiude il girone d’andata al quattordicesimo posto con 22 punti. La salvezza aritmetica arriva solo all’ultima giornata, grazie al pareggio interno per 3-3 contro il Parma, risultato che permette ai salentini di festeggiare la permanenza in serie A, mentre condanna gli emiliani allo spareggio-salvezza, poi vinto contro il Bologna. È comunque un anno da ricordare: Mirko Vucinic eguaglia il primato di Chevanton, segnando 19 reti in un solo campionato e firmando l’unica tripletta della storia in Serie A per un calciatore giallorosso in Lecce-Lazio 5-3 del 1 maggio 2005. Sempre in quel campionato il Lecce stabilisce il proprio record di reti segnate e subite in una singola stagione di serie A: 66 le marcature realizzate, 73 quelle subite.
Mentre la prima squadra faceva sali-scendi tra serie A e serie B, il settore giovanile giallorosso, guidato sapientemente da Pantaleo Corvino, direttore sportivo della prima squadra, profeta in patria - nativo di Vernole, borgo a pochi passi dal capoluogo salentino – vinceva titoli a ripetizione. Dal 2002 al 2005 la “Primavera” giallorossa ottenne 2 scudetti (il 5 giugno 2003 a Siena, battendo 3-2 l’Inter ed il 10 giugno 2004 a Fano, superando 6-5 dopo calci di rigore ancora i nerazzurri milanesi, dopo l’1-1 al 90’ e 120’), 2 Coppe Italia di categoria (il 3 aprile 2002 pareggiando 1-1 nel ritorno in casa contro il Torino, dopo la vittoria per 1-0 in Piemonte del 13 marzo 2002 ed il 6 aprile 2005 pareggiando 0-0 in casa del Milan, dopo il successo casalingo dell’andata per 2-0 in data 16 marzo 2005) e 2 Supercoppe di Lega (6-4 dopo rigori sulla Juventus, dopo il 2-2 al 90’ e 120’ in data 5 settembre 2004 a Lecce e 2-1 a casa della Roma il 21 settembre 2005). Senza contare gli innumerevoli giocatori che in questi anni si mettevano in luce nella prima squadra giallorossa ed altri mandati a giocare nel resto d’Italia che sono diventati grandi campioni...
Il dopo-Zeman viene affidato ad un tecnico emergente, Angelo Adamo Gregucci, autore di una buona stagione a Salerno l’anno precedente in serie B, ma al debutto assoluto nel massimo campionato. Il Lecce non decolla e si trova invischiato nei bassifondi della graduatoria fin dalle prime giornate. Dopo appena cinque turni di campionato i salentini hanno un solo punto in classifica, così Gregucci viene esonerato. Al suo posto arriva Silvio Baldini, ma l’avvicendamento tecnico non porta i frutti sperati: al termine del girone d’andata il Lecce è ultimo - assieme al Treviso - con appena 12 punti. Ancora due turni di campionato ed anche Baldini viene sostituito: a sedere sulla panchina giallorossa è quindi la coppia Rizzo-Paleari. Anche il nuovo scossone non determina cambiamenti di rotta decisi, così il finale di stagione del Lecce è una lenta agonia che porta alla retrocessione in serie B, con il penultimo posto finale e una certezza aritmetica che arriva il 22 aprile 2006, alla quartultima giornata, dopo un modesto 1-1 interno contro il Treviso. Nell’estate 2006, per tentare l’immediata risalita in serie A, la dirigenza salentina decide di riaffidare la squadra a Zdenek Zeman, ma la scelta non si rivela azzeccata. Dopo 18 giornate del campionato di Serie B, con la squadra quattordicesima in classifica e pericolosamente vicina alla zona retrocessione, Zeman viene sostituito da Giuseppe Papadopulo. Con il tecnico toscano in panchina la squadra giallorossa ritrova equilibrio e, grazie anche al mercato di riparazione che porta in Salento giocatori del calibro di Tiribocchi e Zanchetta, i giallorossi concludono la stagione al nono posto.
Reduce da un ottimo girone di ritorno, il Lecce getta le basi per il ritorno in Serie A: la squadra è ancora affidata a Papadopulo. Salite nel frattempo in serie A Juventus, Napoli e Genoa, il Lecce è una delle grandi favorite per la promozione in massima serie. La partenza dei giallorossi non è brillantissima, tanto che dopo 10 turni i salentini sono solo settimi in classifica. La situazione però migliora con il passare delle giornate, tanto che al termine del girone d’andata i giallorossi occupano la terza posizione in classifica assieme al Pisa, con un solo punto di ritardo sulla coppia capolista formata da Chievo Verona e Bologna. Il girone di ritorno sarà caratterizzato da avvicendamenti continui nelle prime posizioni della graduatoria, con il Lecce che cerca in ogni modo di agganciare il treno dei primi due posti, che portano alla promozione diretta in serie A. Quando, alla 39ª giornata, i giallorossi si impongono per 4-0 in casa dell’Albinoleffe, agganciando i seriani al secondo posto, ma volgendo a proprio favore gli scontri diretti (affermazione per 3-0 in casa all’andata), sembra fatta. Invece, nel turno successivo, arriva il passo falso che risulterà decisivo: i salentini vengono sconfitti in casa per 1-2 dal Bari nel derby pugliese. Il Bologna sopravanza la squadra di Papadopulo di un punto e riesce a mantenere il vantaggio sino al termine della stagione regolare, chiudendo al secondo posto. Il Lecce, terzo dopo 42 giornate - per la prima volta nella storia della serie B 83 punti non sono sufficienti a garantire la promozione diretta -, affronta i play-off con il vantaggio del fattore campo. I salentini prima eliminano il Pisa in semifinale grazie ad una doppia vittoria (1-0 fuori casa all’andata e 2-1 nel ritorno in casa), quindi hanno la meglio in finale sull’Albinoleffe: affermazione esterna per 1-0 all’andata e pareggio per 1-1 nel ritorno in Puglia: è il 15 giugno 2008, Lecce è di nuovo in serie A. L’Unione Sportiva Lecce - in toto - dedica la promozione agli sfortunati Sergio Vantaggiato ed Antonio De Giorgi, scomparsi entrambi prematuramente a soli 41 anni, rispettivamente il 15 agosto e l’1 novembre 2007, il primo dopo 48 ore di coma a seguito di un fatale scippo nella metropolitana di Parigi dove si trovava in vacanza, il secondo folgorato da un fulmine abbattutosi sullo stadio mentre la squadra tornava negli spogliatoi dopo un classico allenamento. Nel corso della regular-season 2007/08 il Lecce stabilisce il suo nuovo record di massimo numero di vittorie in singolo torneo di serie B (23), ma anche di vittorie esterne (11), mentre eguaglia il numero di gol totali segnati (70, come nel 1947/48) e di minor numero di sconfitte esterne (3, come nel 1992/93). Una serie impressionante di record che non sarà sufficiente, comunque, a Papadopulo per essere confermato alla guida tecnica: dal Siena, per la Serie A, arriva Mario Beretta, uomo esperto in salvezze.
Al loro ritorno in Serie A i giallorossi non riescono a conservare la categoria: Beretta viene esonerato dopo 27 giornate con il Lecce penultimo in classifica a quota 23 punti; al successore, Luigi De Canio, non riesce il miracolo ed i giallorossi finiscono addirittura ultimi con 30 punti, vale a dire che il tecnico materano ne ha ottenuti appena 7 in 11 partite, con una media-gara di 0,63, peggiore del predecessore, che aveva chiuso con una media di 0,85. La retrocessione aritmetica arriva in data 24 maggio 2009, penultima giornata, dopo un 1-1 casalingo contro la Fiorentina dell’ex Pantaleo Corvino. Due settimane prima Guillermo Giacomazzi, nel match Lecce-Napoli 1-1, era diventato il giallorosso pluripresente di sempre in Serie A, 128 gettoni, scavalcando a 127 Luigi Piangerelli. De Canio viene confermato alla guida tecnica del Lecce e riporta immediatamente su la squadra giallorossa: dopo un campionato cadetto a tratti dominato, il Lecce si blocca nelle giornate finali e si deve attendere gli ultimi 90’ del torneo, il 30 maggio 2010, per festeggiare: è 0-0 nella gara casalinga contro il Sassuolo e per i giallorossi si tratta dell’ottava promozione in serie A negli ultimi 25 anni.
Il Lecce riparte nell’estate 2010 per affrontare il 14° campionato di Serie A della propria storia, ma ad inizio stagione quella giallorossa sembra essere la squadra materasso del torneo. Il Lecce, in effetti, soffre fin da avvio campionato restando impelagato fin da subito in zona retrocessione, ma la squadra di De Canio fa vedere un buon gioco: subisce tante reti, ma ne segna anche parecchie ed a fine girone di andata si colloca al terzultimo posto, nonostante l’impresa di quel 9 gennaio 2011, quando vince 2-1 a Roma sulla Lazio. Nel ritorno il Lecce totalizzerà 23 dei 41 punti finali. Il 3 aprile 2011, alla 31° giornata, battendo 2-0 a “Via del Mare” la lanciatissima Udinese per 2-0, i salentini si tolgono – sembra - in modo definitivo dalle ultime tre posizioni, quelle che riportano in serie B, che i giallorossi avevano abbandonato con un ottimo avvio di girone di ritorno, ma dove vi erano riprecipitati dalla 28° alla 30° giornata stabilmente. Dopo l’exploit sull’Udinese, la domenica seguente il Lecce sbanca Marassi, vincendo 2-1 sulla Sampdoria e lasciando in pieno dramma i blucerchiati: ma non è finita, visto che al termine della 34° giornata la sconfitta per 2-4 – ancora a Marassi – ma contro il Genoa, fa ripiombare i salentini tra le ultime tre della classe, dove restano anche la settimana seguente. Il Lecce 2010/11 è però debole con i deboli e forte con i forti: da “Via del Mare” sono già uscite battute Juventus e Udinese per 0-2, le milanesi sono state bloccate su altrettanti 1-1 in cui i giallorossi hanno dato spettacolo e messo ai paletti le nobili corazzate del campionato e stessa sorte tocca, alla 36° giornata, al Napoli di Mazzarri lanciato verso la Champions League: i salentini vincono 2-1 e scavalcano nuovamente la Sampdoria, che cede nel derby per 1-2 contro il Genoa.
Poi i giallorossi fanno il bis e vincono anche la trasferta di Bari, 2-0, il 15 maggio 2011: è salvezza aritmetica con un turno di anticipo sulla fine del campionato. Non accadeva dal 2004/05 che il Lecce non conquistasse una salvezza in serie A e questa arriva anche a suon di record: 11 vittorie assolute (come nel 2003/04) e 15 giocatori mandati in gol (mai nella storia in serie A dei giallorossi). Si riparte da qui, con Eusebio Di Francesco.
La stagione 2011/12 – prima volta con presidente della società una figura femminile, la dr.ssa Isabella Liguori, sarà l’ultima per diversi anni del Lecce in Serie A: il nuovo mister Di Francesco non ingrana e viene esonerato dopo 13 giornate, in seguito al k.o. a Napoli, 2-4, con i salentini ultimi in classifica. Arriva Serse Cosmi, ma il “miracolo” della salvezza non riesce: i giallorossi retrocedono aritmeticamente all’ultima giornata, perdendo 0-1 a Verona dal Chievo, in quella che è stata l’ultima partita in Serie A con la maglia giallorossa anche per Guillermo Giacomazzi, pluripresente all-time dei salentini in massima divisione con 196 gettoni. La permanenza, però, era stata compromessa sette giorni prima, quando i salentini persero davanti al pubblico amico la sfida decisiva contro la Fiorentina dell’ex Corvino, 0-1. Retrocesso sul campo in Serie B, il 10 agosto 2012 la società salentina viene condannata addirittura alla discesa in Lega Pro per decisione della Giustizia Sportiva, che apre un filone d’inchiesta su Bari-Lecce 0-2 del 2010/11, la gara che sancì l’aritmetica salvezza giallorossa un anno prima e che, secondo la Corte Sportiva, era stata “manipolata”.
L’anno buono, finalmente, è il 2017/18, il primo della presidenza di Saverio Sticchi Damiani: il Lecce affidato da settembre a Fabio Liverani vince il campionato centrando il primo posto: la festa esplode il 29 aprile 2018, penultima di campionato, quando la Paganese va k.o. 0-1 a “Via del Mare” con la rete decisiva di Marco Armellino al 17’. Liverani è confermato tecnico e, come nel biennio 1995/96 – 1996/97 con Ventura in panchina, i giallorossi fanno il doppio salto dalla C alla A: il campionato di Serie B 2018/19 è un crescendo per i colori salentini, con la festa finale dell’11 maggio 2019, ultima giornata della regular season, con la vittoria 2-1 sullo Spezia, firmata dalle reti di Petriccione al 9’ e La Mantia al 27’, non serve la marcatura della bandiera dei liguri di Capradossi a 7’ dalla fine. Dopo 7 anni di tribolazioni Lecce rivede la Serie A.
Il Lecce dura solo dodici mesi nell’élite del calcio, ritrovata dopo 7 lunghi anni. Fin dall’inizio la stagione giallorossa è in salita, e ci si mette anche la pandemia a complicare la strada dei salentini, fermandosi ad inizio marzo il campionato per quasi 3 mesi. La ripartenza è difficile e il Lecce, pur lottando fino alla fine, torna in Serie B: prima dell’ultima giornata, i salentini sono terzultimi a –1 dal Genoa, salvo: negli ultimi 90’, 1 agosto 2020, i giallorossi perdono 3-4 in casa dal Parma, i rossoblu liguri superano agevolmente 3-0 l’Hellas Verona e restano in massima serie. Nell’estate 2020 una svolta in società: torna alla guida dell’area tecnica Pantaleo Corvino. A lui la società del presidente Sticchi Damiani affida il nuovo progetto triennale.
Nella stagione sportiva 2020/21 il direttore generale dell’Area Tecnica Pantaleo Corvino affida la conduzione tecnica della prima squadra a Eugenio Corini. La squadra giallorossa al termine della stagione regolare si piazza al 4° posto in classifica, guadagnandosi l’accesso alle semifinali dei Playoff dove viene eliminata dal Venezia (gara d’andata fuori casa persa per 1 – 0 e ritorno al Via del Mare con punteggio finale per 1 – 1).
Il 31 maggio 2021 il direttore generale dell’Area Tecnica Pantaleo Corvino annuncia di aver scelto come tecnico della prima squadra per la stagione sportiva 2021/22 mister Marco Baroni, fiorentino classe 1963. Si tratta di un ritorno a Lecce da tecnico, dopo aver vestito da calciatore la maglia giallorossa tra il 1987 e il 1989, totalizzando 68 presenze e 5 gol.
Per il secondo anno consecutivo i giallorossi disputano l’intera stagione al di fuori delle ultime tre posizioni della classifica e con una delle compagini più giovani del campionato. Nel corso della stagione il Presidente Saverio Sticchi Damiani taglia il traguardo delle 100 gare in Serie A mentre il Direttore Corvino raggiunge le 250 presenze nella massima serie in giallorosso.